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Anche se non ho una laurea in Giurisprudenza e dunque non mi sveglierò un bel giorno con il proposito di iscrivermi a Masterchef, ciò non toglie che mi piaccia cucinare. Mi piace anche fotografare il cibo, ma dal 2003, quando non c'era Instagram e gli anglicismi facevano ancora schifo a tutti.
Lo psicoterapeuta costava troppo, quindi ho deciso di scandagliare da sola i recessi oscuri della mia mente con i poveri strumenti fornitimi da una magistrale in lingue. Viva Proust, abbasso Freud. Ma al posto delle madeleine, pizza fritta e tortellini.
Se un'estate di moltissimi anni fa non avessi letto Orwell, probabilmente adesso starei urlando anch'io slogan deficienti. Ma per quanto il mondo ce la metta tutta per farmi sbroccare fortissimo, rimango fedele alla linea. La citazione non è casuale, né lo sono le recensioni che trovi qui.
A volte quel che succede nel mondo intorno a me mi tira schiaffi così forti che non posso fare a meno di trasformarmi in Supersayan di livello 1000, dunque onde evitare che il tutto sfoci in raptus violenti mi trovo a scriverne qui.
Facile far fluire la vena poetica di fronte a una Lotus, ma cosa fare di fronte ai frutti peggiori del design automobilistico? Vi do una mano io: le auto di cui parlo qui sono così brutte che nella copertina di sezione ho dovuto per forza metterne una bella, perché mi vergognavo troppo.
Non sempre posso permettermi viaggi che valga la pena raccontare. Ma anche quando viaggio con un budget limitato, provo a riportare a casa cartoline interessanti. In ogni caso, consumo le suole delle scarpe alla ricerca dello scorcio perfetto.
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