Da brava terrona emigrata al Nord, quando torno nella mia città natale lo faccio essenzialmente per due motivi: presenziare a nascite e matrimoni e fare incetta di derrate alimentari. C’è poi anche un terzo motivo, se vogliamo marginale, ma importantissimo per una donna: a Pistoia ho una parrucchiera di fiducia che non ho alcuna intenzione di abbandonare, perché quando le dico “spuntali e basta” obbedisce, e si rifiuta invece di violentarmi la chioma con pettinature da Ultimo dei Mohicani Fashion Edition che lì per lì sono fighissime ma poi, quando provi a replicarle a casa da sola, ti trasformano nella Prima delle Imbecilli. E così quando mi devo tagliare i capelli torno a Pistoia. 300 km son tanti, d’accordo, ma considerato che la potatura avviene una volta ogni 6 mesi ci può stare. Il problema maggiore ce l’ha il mio moroso, che i capelli invece li deve domare un po’ più di frequente rispetto a me e che adesso ha trovato pure lui, tricologicamente parlando, la sua anima gemella proprio in quel di Pistoia.
L’affinità l’ha eletta con il Thy Barber Shop, un barbiere/parrucchiere aperto da pochi mesi in Via Cavour, dove tutto è all’insegna della più impenitente hipsteraggine, rivista e corretta però in senso molto manly. A cominciare dal fatto che i tre loschi figuri che ci lavorano si rivolgono ai clienti apostrofandoli con un generico, ma molto rispettoso e sempre gratificante “Uomo!”: “va bene, Uomo?”, “preferisci la lozione al profumo di benzina e morte o quella alla magnolia candita, UOMO?” (domande così nascondono una certa volontà recondita di indagare sulle vostre preferenze sessuali, ma loro, dell’esito di tale indagine, credo se ne sbattano altamente gli zebedei).
Il locale è agghindato con locandine vecchio stile, poster di maschie celebrità d’antan, guantoni da boxe consumati e altri ammennicoli dal sapore di vita vissuta; il bancone dove sono appoggiate lozioni, forbici e quant’altro è esattamente quello che vi aspettereste di trovare nel bagno del tipico studente Erasmus single: un gran casino. In questo burdèl, però, si intravedono i segnali di un caos ordinato, che tradiscono la filosofia dell'”abbiamo messo su questo macello ad arte perché vogliamo farvi sapere quanto siamo maschi, ma in realtà si tratta solo di una scusa barbina per mostrarvi tutti gli oggettini carini hipsterini di cui disponiamo nel nostro negozio, tipo la bottiglia di Jack Daniel’s vuota usata come dispenser del gel e le poltroncine rosse che fanno un sacco American Diner“.
Una persona come me, che si perde nei dettagli e che va in brodo di giuggiole per tutto ciò che ha l’aspetto “vissuto”, in un posto del genere semplicemente impazzisce. Infatti, per tutto il tempo che il mio moroso è rimasto lì dentro a farsi sistemare la chioma ex-leonina, ho importunato lo staff scattando foto a raffica. Beh, in realtà loro erano contenti; si vede che sono orgogliosi del lavoro che fanno e, soprattutto, di come lo fanno. E hanno ragione: conoscono il proprio mestiere, rispettano le teste che passano loro per le mani e il tempo lì dentro passa che è una bellezza, anche se non sei lì a farti fare i capelli ma ad aspettare qualcun altro. Considerato che di solito, perlomeno per me, il tempo passato dal parrucchiere si misura psicologicamente in ere geologiche, questo è davvero un gran punto a loro favore.
Mettici poi che c’è un frigo con le birre, che ti vengono offerte a ogni ora del giorno, e che vieni intrattenuto con simpatici teatrini di rivalità interetnica (un parrucchiere è albanese, un altro serbo) sotto lo sguardo indulgente di “Baffo”, ed ecco che ottieni la miscela perfetta per avere un Barber Shop con la fila di clienti fissa assicurata. Cosa che in effetti hanno. Per questo, oltre a condividere con loro le mie foto come promesso, ho deciso di spendere anche qualche parola per fare un po’ di pubblicità al negozio. La verità è che di locali così, a Tristoia, ce ne vorrebbero davvero di più.
È stato un piacere conoscervi, ragazzi. Buon lavoro e… ci vediamo a maggio! 😉
Per sapere di più su Thy Barber Shop Pistoia:
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Laureata magistrale in Lingua e cultura italiane per stranieri all’università di Bologna, insegno lingue straniere nella scuola secondaria, ma ho lavorato per diversi anni nel settore del web marketing. Sogno una casa in collina e un cuoco giapponese privato. Amo i gatti, soprattutto quelli sfigatelli, e le Guzzi.