Stephenie Meyer Twilight demotivational
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Stephenie Meyer, Twilight e il male di vivere che ho incontrato

Stephenie Meyer, Twilight: Io non ho pregiudizi

Se lo scrivo nel titolo, per di più in grassetto, vuol dire che è vero? Qui lo dico e qui lo nego: non mi permetterei mai di fare illazioni contro una collega laureata in letteratura. A meno che non ci siano basi consistenti per cui offenderla, naturalmente. Partiamo dai fatti, allora: Stephenie Morgan Meyer è la numero X della squadra di calcio a 5 messa al mondo da Stephen e Candy Morgan tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso. Dopo aver partorito a sua volta tre pargoli, la Meyer decide di mettere fine alla sua entusiasmante carriera da receptionist e di dedicarsi alla scrittura.

Come tutti sappiamo, prima dell’avvento di computer e tablet in America non era comunque molto diffusa la cultura di carta&penna e la nostra eroina non fa eccezione: anche lei, nei duri anni di università, aveva circoscritto l’uso dell’inchiostro alle crocette nei test a risposta multipla che negli USA garantiscono l’accesso a una laurea. E infatti lei stessa afferma: “non penso di essere una scrittrice, penso di essere una storyteller. Le parole non sono sempre perfette”. Okay, la perfezione non è di questo mondo, ma cosa ne diresti di provare ad avvicinartici? Qua di seguito trovate la mia sincera opinione su Twilight e la sua autrice.

Aiuto, i VampirLi

Pur avendo deciso di leggere questo libro con la palese intenzione di poter poi offendere a ragion veduta e la scrittrice e i suoi seguaci, ho tentato con tutta la buona volontà di approcciarmi alla lettura con mente candida. Di leggere con obiettività, senza lasciarmi travolgere dal disgusto che inevitabilmente mi coglie quando solo odo il nome “Twilight”, o “Stephenie Meyer”, o “Edward Cullen”, ma soprattutto “BELLA SWAN”. Un’impresa titanica, visto che fin dalle prime pagine del libro mi son chiesta chi mai me l’avesse fatto fare.

Cos’è Twilight? Prima risposta che mi viene in mente: un libro per adolescenti. Ma circoscriviamo l’ambito, perché quand’ero adolescente io mi dedicavo a libri di ben maggior spessore: Twilight è un libro per adolescenti che sognano il primo bacio con il grande amore, ossia un figo da paura bello e dannato. Però, a ben vedere, anche così circoscrivendo il termine “adolescenti”, resta comunque da sottolineare come il termine “libro” risulti totalmente inopportuno: un libro ha una trama, una caratterizzazione ben precisa dei personaggi, uno stile riconoscibile, una struttura narrativa più o meno particolare.

Twilight non ha una trama, i personaggi sono tratteggiati nel modo più squallidamente idiota possibile (lui è bello, ma bello bello bello bello bello! e se non l’aveste capito, è proprio bello! E anche i suoi fratelli e sorelle! E lei invece passa la sua vita a inciampare come se avesse qualche serio handicap motorio, o in alternativa a svenire); le stesse cose sono ripetute in maniera monotona, identica dall’inizio alla fine; di dialoghi avrei potuto scriverne di più originali io a 10 anni (“Ti amo”, “anch’io, ma ti voglio mangiare”, “fa lo stesso”, “ah okay allora amiamoci forte”), anzi, NE HO scritti di più originali io a 10 anni (il tema in cui davo un’anima e dei pensieri a un frigorifero Candy avrebbe molto da insegnare a Stephenie Meyer).

Better Love Story in Pixar's UP than in Meyer's Twilight Saga

Struttura? Trama? Personaggi? Stile? Nomi che riecheggiano a vuoto, domande retoriche.

Ricominciamo. Cos’è Twilight? Un Harmony per casalinghe ignoranti e frustrate. Ecco, ora va meglio. Perché non necessariamente un libro per adolescenti dev’essere un brutto libro, privo di trama o di un messaggio duraturo. Anzi, i libri per adolescenti di solito vorrebbero trasmettere un qualche valore; qui l’unico valore che viene trasmesso è che se non sei capace di tirarti fuori un ditino dal culo ci sarà comunque il tuo vampiro sbrilluccicante a portarti via dal pericolo fra le sue forti braccia. In quanto a messaggi edificanti, qui siamo di fronte al vuoto pneumatico. Spazzatura. Senza contare l’offesa mortale inferta a Lestat de Lioncourt, Louis de Pointe du Lac e tanti altri miei cari amici di gioventù.

Professor Snape says Vampires don't sparkle

In sostanza, definire Twilight un “libro” sarebbe come definire Cioè una “testata giornalistica”. E paragonare Twilight a Harry Potter (uno qualsiasi dei 7) è come aprire l’elenco del telefono aspettandosi di trovarvi la risposta alla vita, l’universo e tutto quanto.

Dio salvi la regina.

Evidentemente la laurea in letteratura inglese è servita alla Meyer solo per ammirare la proprietà di linguaggio altrui, senza apprenderne nemmeno un po’ per osmosi. Una cosa buona però Twilight ce l’ha lasciata: i meme.

Stephenie Meyer Twilight alternate ending with Blade
Bing Bang Theory: still a better love story than Twilight
Still a better love story than Twilight meme

Post Scriptum: se qualcuno è disposto a prestarmi i successivi capitoli della saga prometto che li leggerò. Ma solo perché fare le recensioni dei libri brutti è molto più divertente che fare le recensioni di quelli belli. 🙂

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